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Sulla pelle dei faggi

La corteccia è l’interfaccia degli alberi con l’ambiente in cui vivono, ne limita la perdita d’acqua e svolge funzioni di protezione da parassiti, patogeni e predatori. Essa, tuttavia, è in

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Il mondo nascosto della foresta

Il suolo della faggeta ospita una stupefacente biodiversità. Osservandolo, è possibile riconoscerne diversi strati. Lo strato più superficiale è la lettiera, formata da resti organici vegetali, quali foglie, rami, frutti

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Gli ingegneri ecologici

La prima sensazione che si prova entrando in una faggeta è quella di trovarsi in un ambiente monotono e scarsamente popolato, ma ad un occhio più attento appare un vero

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Il faggio al servizio dell’ambiente

Gli ecosistemi delle faggete ospitano una varietà di ambienti e habitat che ne fanno dei veri e propri scrigni di biodiversità. Costituiscono quindi preziosissimi laboratori all’aria aperta per la ricerca scientifica, nella ricostruzione della storia climatica dei territori dove si sono instaurate e delle comunità che in esse vivono. Una foresta in salute, inoltre, è un ambiente di straordinaria bellezza, capace di apportare notevoli benefici alla salute psicofisica umana. Tali benefici ricadono all’interno dei cosiddetti “servizi ecosistemici”, ovvero l’insieme di tutti i benefici multipli forniti da un certo ecosistema alla specie umana. L’importanza delle foreste, quindi, non si riduce alla sola possibilità di sfruttarne gli alberi per la produzione di legname e combustibili, poiché questi ecosistemi rivestono un’enorme rilevanza pratica per la nostra esistenza, svolgendo servizi importantissimi ogni giorno e in modo del tutto gratuito. Ad esempio una grande foresta può influenzare il ciclo dell’acqua in un certo territorio e, conseguentemente, la sua disponibilità. L’apparato radicale degli alberi, infatti, assorbe l’acqua precipitata nel terreno, che risale lungo i vasi conduttori sia per capillarità che per la “trazione” esercitata dai processi di traspirazione che avvengono sulle foglie. Molta di questa acqua può essere immagazzinata a livello del tronco, garantendone la disponibilità in periodi più siccitosi. L’acqua viene infine rilasciata in atmosfera durante i processi di respirazione dell’albero: attraverso questo processo, moltiplicato per i numerosi alberi che compongono la foresta, vengono mantenute condizioni ambientali costanti e favorevoli e, indirettamente, viene esercitata un’influenza sulla formazione delle nubi e sulle precipitazioni a scala climatica più ampia. L’attività degli apparati radicali permette la presenza di un’umidità costante intorno alle radici, consentendo la sopravvivenza di numerosissimi organismi del suolo, come batteri, funghi e invertebrati, a loro volta coinvolti nei processi di decomposizione e riciclo della materia organica, fornendo servizi di supporto alla biodiversità e alla formazione di habitat. Inoltre, la capacità di accumulo idrico dei grandi alberi è alla base del loro importante ruolo di mitigazione del rischio idrogeologico, rallentando il deflusso dell’acqua durante brusche precipitazioni, evitando o mitigando il verificarsi di pericolose inondazioni. Similmente, la presenza di copertura arborea è cruciale nel rallentamento dell’erosione e di eventuali valanghe e slavine. Gli alberi, anche dopo la loro morte, esercitano un’azione meccanica di trattenimento della neve, che in foresta si scioglie più lentamente anche grazie all’ombreggiamento: in tal modo l’acqua di scioglimento viene assorbita gradualmente dal terreno e rilasciata lentamente in ruscelli e fiumi che raggiungono poi il fondovalle, assicurando l’approvvigionamento idrico per lunghi periodi. I servizi ecosistemici svolti dalle faggete sono molteplici e complessi, ma ricordiamo infine uno dei più importanti: la produzione di ossigeno! I processi di fotosintesi producono molecole organiche a partire da anidride carbonica e acqua, rilasciando ossigeno gassoso. Senza le piante, la composizione dell’atmosfera sarebbe molto diversa e non esisterebbe la vita animale, umani inclusi.